Giugno è il mese della moda maschile, anche quest’anno Re Giorgio Armani apre le danze e riporta le sfilate nella loro dimensione naturale, quella fisica
Si torna a condividere l’Italia nel mondo, con i servizi di interpretariato e traduzione degli eventi moda
Lo scorso anno, in pieno lockdown, Armani aveva dato il buon esempio presentando la sua collezione a porte chiuse. Era stato un segnale importante, infatti anche le altre maison della fashion week di Milano percepirono l’urgenza e spostarono le proprie collezioni online. La moda dà quindi un grande segnale di ripresa a molti addetti ai lavori, tra i quali non mancano certo gli interpreti per il settore della moda, figure cruciali per il buon esito delle presentazioni tecniche delle collezioni e delle trattative con i buyer internazionali.
Stilisti e designer di tutto il mondo si incontrano a Milano per le varie manifestazioni, dalle Fashion Week al Salone del Mobile e al Fuorisalone. L’espressione “Made in Italy” è sinonimo di eccellenza, senza dimenticare che il settore del lusso è uno dei più importanti settori di crescita del PIL. Affidare le traduzioni per il settore della moda a interpreti e traduttori professionisti ed esperti del settore significa poter presentare i propri prodotti nella giusta luce e renderli quindi più appetibili per il mercato estero, fondamentale per le vendite e il successo delle collezioni moda, accessori e calzature.
Il servizio di interpretariato per il settore moda
Il servizio di interpretariato per il settore moda è particolarmente delicato, in quanto serve molta competenza e precisione, flessibilità e capacità di adeguarsi al contesto operativo di showroom. Ecco perché diverse griffe richiedono i nostri servizi, perché sanno che sono sempre eseguiti da professionisti specializzati in questo settore che non lasciano nulla al caso.
I servizi di traduzione per il settore della moda
Stesso discorso per ciò che riguarda la traduzione per il settore della moda. Spesso si tratta di testi che possono spaziare dai lookbook delle sfilate alle descrizioni dei mood di collezione, dalle cartelle colori agli elenchi dei tessuti fino ai testi di marketing specifico e ai cataloghi di vendita, spesso molto tecnici e complessi.
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- La traduzione dei comunicati stampa merita un discorso a parte. Spesso infatti provengono direttamente dalle Maison di moda e rispecchiano in toto tutta la loro estrosità, con un linguaggio che non appartiene alla maggior parte di noi. E’ quindi importante avere una profonda conoscenza del settore per riuscire a trasmettere nel modo più fedele possibile il sentiment dello stilista che si sta traducendo.
- La traduzione di una pagina web: i grandi marchi di moda vivono d’immagine , ogni errore può essere fatale. Ma non si parla solo di immagine, ovviamente, il senso di sfiducia che può generare una cattiva traduzione si ripercuote anche sulle vendite. Esistono studi di settore che mostrano come 3 clienti stranieri su 5 non comprerebbero su una pagina web tradotta male per timore di non comprendere esattamente quello che potrebbero ordinare.
Se poi parliamo del web si apre un intero universo a sé. In un mondo globalizzato succede frequentemente che lo stilista sia di un paese, che il tessuto sia prodotto in un altra nazione e che il prodotto finale venga d’oltreoceano: questo fa si che si intreccino testi e descrizioni redatti da persone di diverse nazionalità che devono necessariamente confluire in un unico sito. Sicché per presentare una collezione al mondo diventa cruciale un servizio di traduzione professionale, in cui si sappia cogliere ogni sfumatura e non si commetta nessun errore.
Le parole che … non ti ho tradotto!
Parafrasando il titolo di un famoso film, entriamo nell’argomento delle parole chiave del mondo della moda che non richiedono certo l’intervento di interpreti per il settore della moda. Parliamo di alcuni termini che sono ormai sdoganati e fanno parte del linguaggio internazionale della moda:
SNEAKERS.
E chi non ne ha un paio?? Anche prima di sapere che si chiamavano così, (noi le chiamavamo “scarpe da ginnastica”) tutti noi le abbiamo indossate almeno una volta.
T-SHIRT.
La mitica maglietta, che si dice sia chiamata così perché stesa assume una forma di una T, croce e delizia delle nostre giornate estive e delle sessioni in palestra.
BLAZER.
La giacca per eccellenza, quella che non manca mai in nessun armadio!
Generalmente è blu, in lana, con bottoni di metallo e taschino, fu creato per l’equipaggio della fregata britannica HMS Blazer e successivamente si diffuse nel resto del mondo, fino a diventare un capo d’uso comune.
RUNWAY
La mitica passerella, quella che tutti guardiamo sognando, anche se a noi questa parola non può che evocare il più famoso film sul mondo della moda “Il Diavolo Veste Prada” in cui Miranda Priestly è la direttrice, appunto, della rivista “Runway” .